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Arriviamo a "Paradiso"
di maktero
07.07.2024 |
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"La nostra insolita comitiva si avviò seguendo Eleonora,
Noi avanzando ginocchioni, come bestie, io e Marta avanzammo con sofferenza sul terreno dell'aia ma..."
L'automobile si ferma davanti ad un casale.Eleonora ci dice che siamo arrivate a "Paradiso", come lei ha chiamato la sua fattoria.
Scendendo dalla macchina ci assicura che qui c'è il necessario per passare una piacevole vacanza.
Io e Marta ci guardiamo con uno sguardo interrogativo; ci stavamo divertendo al "slave dog camping"; e adesso ci trovavamo in un posto nuovo, aspettavamo di sentire l'opinione di Fellina che scesa dalla macchina si guardava intorno incuriosita.
Poi quando le ragazze si furono ambientate ci dissero di scendere dalla macchina.
Una volta fuori Eleonora ci ordinò di lasciare nel veicolo le nostre magliette, affermando che tanto qui non ne avremmo avuto bisogno.
Noi ubbidienti ci togliemmo, con rimpianto, quell'unico indumento, pulito e integro che avevamo potuto indossare per qualche ora e rimanemmo nude.
Il sole estivo colpiva e scaldava i nostri corpi ed una lieve brezza li rinfrescava, e ci sentivamo bene; certo avvertivamo una certa inquietudine sul nostro destino; Eleonora ci sembrava strana ed insolita e non sapevamo cosa aspettarci da lei.
Ci rassicurava la presenza di Fellina.
Eleonora andò ad aprire il bagagliaio scoprendo Giorgia che appariva sudata e sfinita per il lungo tragitto passato in quello asfissiante e rovente ambiente.
Giorgia, appena aperto il bagagliaio, supplicò per avere dell'acqua.
Lei gli disse che avrebbe avuto da bere a sufficienza ed anche di più.
Poi lei la obbligò a scendere ed una volta che quella era a terra cominciò a prenderla a calci.
Sembrava veramente contenta di prendere a calci la sua schiava; ci appariva veramente sadica.
Io, Marta e Fellina, rimanemmo entusiasmate da quel trattamento, cominciammo a toccarci tutte quante.
Quando Eleonora finì di massacrare di calci Giorgia ci invitò a seguirla.
Noi smettemmo di toccarci e secondo l'ordine di Eleonora noi schiave ci mettemmo a quattro zampe, seguendo le due ragazze.
La nostra insolita comitiva si avviò seguendo Eleonora,
Noi avanzando ginocchioni, come bestie, io e Marta avanzammo con sofferenza sul terreno dell'aia ma Giorgia piangeva per tutta la sofferenza che aveva subito e per quella provava.
Arrivammo ad un capannone posto sul retro della costruzione principale.
Eleonora aprì un grosso portale in legno da cui cominciò ad arrivare un terribile effluvio di letame.
Entrammo; e vedemmo al centro dello stanzone una grande vasca piena di una sostanza il cui odore non lasciva dubbi sulla sua natura.
Eleonora e Fellina si tapparono il naso per quella terribile puzza; Eleonora si avvicinò ad un armadietto e tirò fuori due mascherine, offrendone una a Fellina.
Le ragazze indossarono le mascherine per dire che finalmente l'odore si era fatto accettabile.
Eleonora chiuse la porta ed il fetore sembrò diventare più insopportabile, io e Marta ci sentivamo quasi nauseate.
Notammo che dalla vasca piena di letame emergeva una testa; Eleonora ci spiegò che era uno schiavo che stava facendo il suo bagno "salutare".
Quella testa che emergeva a malapena da quell'ammasso di merda puzzolente si voltò appena per guardarci con degli occhi spenti.
Eleonora ci disse che quello schiavo stava lì dentro a marinare da parecchio tempo; probabilmente era già cotto per altre preparazioni.
Io e Marta rimanemmo meravigliate da quel tipo di attività che finora non avevamo provato.
La cosa ci incuriosiva, e soprattutto ci incuriosiva l'espressione di Eleonora che parlava di altre preparazioni.
Che cosa gli avrebbero mai fatto.
Eravamo veramente incuriosite da quel nuovo mondo che si stava prospettando.
Ma Giorgia, interruppe quella magia, supplicando per dell'acqua ed Eleonora con un fare infastidito dalle suppliche di quella schiava, si avvicino ad una parte dove c'era un tubo di gomma.
Infilò l'estremità del tubo in bocca a Giorgia, poi andò aa aprire un rubinetto collegato al tubo.
Un flusso di acqua arrivò nella bocca di Giorgia che comincio ad ingoiare avidamente il liquido.
Quando quella merda ebbe la pancia piena e gonfia di acqua si sfilò il tubo dalla bocca e ringraziò sentitamente Eleonora per aver soddisfatto la sua sete.
Lei, sputò in faccia a Giorgia, e poi gli ordinò di entrare nella vasca del letame.
Giorgia ubbidii immediatamente e si immerse in quella materia immonda, commentando quanto era grata del trattamento che Eleonora le riservava.
Io e Marta ci sentivamo scoppiare, vedendo quel mollusco immergersi nella merda.
Anche Fellina aveva gli occhi spalancati.
Forse nemmeno lei aveva mai pensato a simili fantasie e forse stava pensando a qualche film da girare in una simile situazione.
Intanto Giorgia si era immersa nel letamaio e sembrava a suo agio; Eleonora per verificare la sua condizione le impose di baciare il tizio che stava marinando.
Quello mezzo intontito a malapena comprese cosa gli stava succedendo.
Giorgia con difficolta sguazzando in mezzo al letame cominciò a baciare quel tipo mezzo intontito.
Eleonora avvertendo la mancanza di reazione del tipo, obbligò Giorgia di fargli una sega .
Giorgia si diede da fare per masturbare quel tipo mentre erano immerse nel letame.
Guardando quell'atto miserabile Eleonora cominciò ad eccitarsi ed a masturbarsi; poi chiese a Fellina se poteva divertirsi con noi.
Fellina, impressionata dalla depravazione di Eleonora, accondiscese dicendo che noi eravamo a sua disposizione.
Eleonora ci obbligò di metterci vicino ad un muro con le mani sulla parete.
Poi prese una frusta, la immerse nel letamaio affinché si sporcasse bene della lordura e cominciò a frustarci con quell'oggetto osceno.
La sensazione che provavamo era straordinaria non solo ci piaceva il morso della frusta, ma ci sentivamo umiliate dall'umiliazione di essere frustate con uno scudiscio impregnato di merda.
Mentre stavo soffrendo per i morsi della frusta riflettevo che da quando ero arrivata al "Paradiso" ero continuamente eccitata e ciò che stavo subendo continuava ad aumentare la mia eccitazione.
Da quando ero arrivata il mio cazzo era sempre rimato duro; Eleonora aveva creato un vero paradiso per il cazzo di noi depravati masochisti.
Le frustate che subivo mi facevano immaginare un mondo di nuova eccitazione e perversione.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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